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Il PROBLEMA rifiuti PDF Stampa E-mail
Per affrontare seriamente il problema rifiuti a Procida è necessario fare prima una serie di considerazioni che, nonostante le apparenze, sono tutt'altro che banali. A procida il problema rifiuti si può (non sempre facilmente) dividere in due sottoproblemi
  • la gestione dei rifiuti a procida da parte della sepa e società associate
  • lo smaltimento dei rifiuti fuori della nostra isola
Quindi per risolvere il problema rifiuti che significa poi avere meno rifiuti in giro e pagare meno per lo smaltimento dobbiamo fare riferimento a queste due considerazioni più una terza che è geniale e dolorosa nella sua "banalità"
  • per i rifiuti che non si producono il costo di smaltimento è  zero
A questo punto molti di voi potranno pensare che sono diventato scemo! E invece no! perchè proprio nella sua banalità sta la genialità di questa considerazione (che d'altronde non è farina del mio sacco). Il ministro dell'ambiente di non ricordo quale paese dell' Est faceva questa considerazione: <Se mi si allaga il bagno la mia prima preoccupazione, ancora prima di raccogliere l'acqua, è quella di chiudere il rubinetto!> Se non chiudiamo il rubinetto dei rifiuti è inutile tentare di arginare il problema provveddendo a stoccaggi e smaltimenti! E' un problema senza fine. Ecco perchè questa verità è dolorosa perchè si parla di riduzione dei consumi e, in una società come la nostra basata sulla crescita esponenziale dei consumi, questa della riduzione è una tigre che neanche i più ecologisti dei nostri amministratori vogliono cavalcare.

ma procediamo con ordine e  prendiamo in esame  le tre variabili una alla volta.
  • La gestione dei rifiuti a Procida: dire che non funziona è come sparare sulla crocerossa: Non so dire se è più l'incompetenza o la malafede ma quello che è certo che a fronte di un costo pro capite non certo basso abbiamo un servizio che è sempre a rischio collasso perchè il deficit è in continua crescita e gli amministratori sono sempre costretti a tappare i buchi prendendo i soldi in ogni dove: Che cosa si potrebbe fare a livello locale l'abbiamo detto più volte e, nonostante le apparenze e le professioni di buona volontà niente è cambiato sotto il sole.
  • Lo smaltimento a livello regionale: spesso gli amministratori locali lo hanno sventolato per confondere le acque e creare disinformazione cercando di attribuire alla regione colpe che sono invece dell'aministrazione comunale. Diamo a Cesare quel che è di Cesare! E' sotto gli occhi di tutti che esiste un problema rifiuti in Campania e che ci sono grosse ingerenze della malavita. Per quel che riguarda l'emergenza ecoballe (una vera e propria ecobomba a orologeria) c'è una proposta interessante di un privato cittadino che, con le dovute cautele (garantire la tenuta stagna delle “gabbie” e la stabilizzazione del rifiuto) potrebbe funzionare. Come vi dicevo però c'è un problema di interessi (grossi) a monte e se non si superano quelli c'è poco da sperare.
  • Riduzione dei consumi ( e qua parliamo di appiccichi!!) Questa, delle tre è la voce dove possiamo intervenire di più e anche l'unica soluzione definitiva. Alla faccia di chi crede nella magia della scienza che saprà un giorno chissacome creare dal nulla e far rientrare nel nulla quello che non ci serve più. Come ho accennato si tratta di una scelta dolorosa da un lato perchè il consumismo è sicuramente una panacea per i nostri mali fisici e (sopratutto) psichici e dall'altro perchè il modello di sviluppo occidentale si basa sull'assioma che le risorse della terra sono pressocchè infinite e infinita è la capacità del nostro pianeta di assorbire rifiuti. Purtroppo non e vero! Il reciclaggio è una falsa soluzione che serve solo a metterci l'anima in pace. Perchè reciclare un materiale richiede nel migliore dei casi acqua per lavare ed energia per reimmettere il prodotto nel ciclo produttivo. E tutti noi sappiamo bene che di acqua ce n'è sempre meno e l'energia produce calore che va ad aumentare in qualche modo l'effetto serra. Rimane una sola soluzione: consumare meno. Meno carta, meno plastica, meno packaging, meno pubblicità, meno primizie, meno prodotti esotici, meno gadget.
    Dobbiamo abituarci a pensare che ogni nostra azione ha un effetto sull'ambiente che spesso si prolunga anche dopo la nostra esistenza. I nostri spazzolini da denti ci sopravviveranno per decine di anni e forse andranno a finire in quella grande isola di spazzatura grande quanto in continente che in molti hanno osservato al centro del pacifico! Dobbiamo iniziare dalle nuove generazioni, dai bambini. Per noi è più difficile ma si puo abituare i bambini a dare peso e valore agli oggetti. Quando cadeva un chicco di caffè mio padre si chinava a raccoglierlo e al mio sguardo interrogativo rispondeva: <questo chicco viene dal brasile ha fatto un lunghissimo viaggio per arrivare fin qua e adesso tu lo vuoi buttare?> Penso che per tentare di salvare il salvabile dobbiamo ritornare a questo tipo di rispetto per le cose e i materiali.
 
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