sabato 5 luglio alle ore 19,00, Elisabetta Montaldo presenterà il suo romanzo "Rafìla" edizioni Dante&Descartes Parole e musica di Rino Vacca e Franco Tramontana Intervengono Roberta Scotto Galletta e Raffaella Iliceto Coordina Domenico Ambrosino Albergo La Vigna via P.ssa Margherita, 46 Procida
Le vacanze della signora Vera
Mariella Scotto ha pubblicato sul periodico "l'Isola" un breve racconto ambientato nella Procida degli anni '70 che ci dà modo di riflettere su come eravamo e come vivevamo. Mi ha fatto pensare a Latouche che nel suo recente incontro a Procida sosteneva che l'Italia degli anni 70 era un modello economico ecosostenibile (non era sicuramente questo il termine da lui usato) e di come alla fine dei conti non bisognerebbe fare molto e sopratutto non bisognerebbe privarsi di molto per ridurre i rischi di catastrofi ambientali... eccovi il racconto
Museo Navale a Napoli
Antonio Ambrosino (Ambro) ci fa avere una petizione popolare per l'organizzazione di un museo storico navale a Napoli. Ne pubblichiamo un estratto qua sotto evidenziando sopratutto quelli che sono stati i meriti della marineria napoletana...
Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Al Capo di Stato Maggiore della Difesa generale Vincenzo Camporini Al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare ammiraglio di Squadra Paolo La Rosa Al Ministro della DIFESA in carica Al Presidente della Regione Campania Al Presidente della Provincia di Napoli Al Sindaco di Napoli
caro peppino, fammi la cortesia di pubblicare questa notizia me l'ha inviata L'Ammiraglio Nicola Silenti da Cagliari. Io sapevo che ce n'era uno solo ed era un signore che nacque a Procida di nome Giuseppe Pizzi. Adesso ne aggiungiamo un'altro all'elenco dei garibaldini procidani, e chi sà, chi sà quanti ne sono ancora "nascosti" peppì dai queste notizie. ti saluto Salvatore Costagliola
Mi è capitato di dover scannerizzare e quindi rileggere l'articolo scritto da Cesare Brandi negli anni sessanta e riapparso più tardi su un numero di Procida oggi del buon Chiodo. Mi sono commosso e vergognato. Non voglio fare polemica nè oltraggiare nessuno (a cosa serve?), ma questa Procida così ben descritta da Brandi è andata in malora per colpa nostra. Anche mia! Vi raccomando di rileggere lo scritto di Brandi, anche se fà male!
Ora, Procida, è tutta in quell'arrivo che si fa a Marina Grande, venendo da Napoli o da Pozzuoli, che mi lasciò senza fiato.
Forse a molti di voi farà piacere sapere che Paulo Coelho ha deciso di piratare se stesso mettendo on line una serie dei suoi libri, in formato pdf, tradotti in varie lingue. Questo è l'indirizzo dove tra l'altro si possono trovare, in lingua italiana, da scaricare, l'Alchimista, lo Zahir, Undici minuti etc etc Buona lettura!
Poesia di augurio
Pubblichiamo questa poesia di Arturo Onofri come augurio per un sereno 2008
PER VIVERE SOLTANTO (Arturo Onofri)
O Terra, o Madre, fa ch’io più non riesca a pensare ma ch’io viva soltanto: viva come, d’agosto, i nidi delle rondini partite verso il mare: i nidi dove al vento tremano ancora, nascoste,
Procida (nel dialetto locale Pròcita), secondo l’opinione di Gaio Plinio Cecilio Secondo (detto Plinio il Giovane, Naturalis Historia, III, 82, I secolo d.C.) e Servio (58) deve molto verosimilmente il suo nome d’origine greca (Prokeitai da prokiw, giacente, protesa, coricata) o latina (profundo, profusa) rispettivamente alla sua forma piatta, com’era visibile da mare ai primi naviganti greci, oppure alla sua genesi vulcanica, nel significato di sollevata dal fondo del mare o dalle profondità della Terra. continua l'articolo di Carlo Donadio su isoladivivara.it
Lettera da Salvatore l'approdo
caro Peppino non è ne presunzione la mia, e neanche faziosità io sto avendo una serie di elogi per il libro, che per la verità mi mettono un po in imbarazzo, infine essere paragonato a Gesù Cristo ( TU che sei un miscredente non ti fa specie) io che vado alla ricerca di Dio avverto un po di disagio.
(a proposito della polemica sul libro di Buttà) si potrebbero dividere gli uomini in due grandi categorie: quelli che guardano indietro (al passato) e quelli che guardano avanti (al futuro). Ci sarebbe una terza categoria, quelli che guardano al presente, ma, eccetto i santoni e i monaci buddisti, sono pochi quelli che ci riescono. Tra quelli che guardano indietro potremmo sicuramente situare i nostalgici, quelli che hanno tendenza a idealizzare il passato, associarlo al ventre materno in cui ognuno di noi, in misura maggiore o minore, vorrebbe tornare.
Caro Peppino, In riferimento al post sul libro di Giuseppe Buttà...spesso, anche in TV, sentiamo parlare del Regno delle Due Sicile come una specie di regno fatato. L'unità d'Italia è stata piena di errori ma penso che ha rappresentato comunque un passo in avanti. Vorrei in cambio parlarti di Antonio Gallenga, affiliato alla Giovine Italia col nome "Procida".