Spazzatura a Mercato S.Severino |
La nostra amica Lina Scotto ci ha fatto avere questo articolo apparso sul mattino del 21 gennaio u.s. Si tratta di una intervista a Giovanni Romano ex sindaco di Mercato S.Severino sul funzionamento della raccolta differenziata nel suo paese. Penso che sia un articolo molto interessante perchè ci mostra una possibile valida alternativa per il trattamento dei rifiuti a Procida. L’Intervista <<BONUS SULLE TASSE, COSI VINCE LA DIFFERENZIATA>> Il vicesindaco di Mercato San Severino nel pool della Regione: Partiamo subito «La raccolta differenziata? A Mercato San Severino la facciamo dal 2001: con la partecipazione dei cittadini e gli sconti sulla tassa. Si può fare subito nel 90% dei Comuni campani». Giovanni Romano, sindaco per due volte e oggi vicesindaco di Mercato, è stato appena nominato nel gruppo di lavoro della Regione per arrivare alla gestione ordinaria dopo la fase commissariale. «Senza compenso - precisa subito - perché sono allergico alle consulenze, e senza cooptazione politica, perché sono di An». Tutti puntano sulla raccolta differenziata. E quella di Mercato S. Severino è un’esperienza-pilota: quali suggerimenti darà a Santa Lucia? «Premetto: l’unica raccolta differenziata vera è quella domiciliare, senza cassonetti per strada, che inducono in tentazione, e con la partecipazione dei cittadini. Sono loro a differenziare, non possono delegare». Va bene. Ma come si convincono? «È un sistema banale, collaudato. I cittadini prima separano l’umido e il secco, poi si differenzia carta, cartone, plastica, alluminio. Ad ogni famiglia si danno sacchetti di diverso colore, trasparenti, con un codice a barre. Ogni giorno si raccoglie un materiale, gli operatori passano un lettore sul codice e indicano se il sacchetto è pieno o è semipieno». E il risparmio? «Si abolisce la Tarsu, che è una tariffa fissa, indifferenziata: in una casa di 100 metri quadrati pagano la stessa cifra cinque persone o un single. Si passa alla Tia (tariffa di igiene ambientale) che tiene conto del numero di persone e della grandezza delle case e di quanta raccolta differenziata si fa. Di più: ognuno ha una password e può controllare ogni giorno quanta raccolta differenziata gli viene conteggiata. Alla fine arriva lo sconto, anche del 30%. E se i sacchetti vengono portati nell’isola ecologica lo sconto raddoppia». Forse funziona in comuni piccoli.. «San Severino ha 22mila abitanti, ma ormai il sistema è partito anche a Nocera Inferiore, che ne ha 45mila, o Cava de’ Tirreni che arriva a 60mila residenti. Il problema non è tecnico, è di volontà. Inoltre ci si avvale dei mediatori sociali: scuole, parroci, associazioni di volontariato, amministratori di condominio». Già, nei condomini come fate? «È più facile: ci sono cassonetti condominiali che un responsabile porta fuori la sera e ritira. Quando siamo partiti nel mio Comune mi sbeffeggiavano, ora sono orgogliosi. Se c’è pulizia e si paga un prezzo equo perché i cittadini non dovrebbero partecipare? Non siamo selvaggi». Secondo lei può funzionare anche nelle grandi città? «Sì, fino a 100mila abitanti è un modello che funziona. Certo non si improvvisa, si procede per passaggi intermedi, ci vuole tempo e un piano strategico. Per i centri più grandi si può adattare. Ma in Campania le città con più di 100mila abitanti sono poche. Intanto si potrebbe partire in gran parte della regione. Al Nord questo tipo di raccolta si fa per spirito civico, noi vogliamo proporre una partecipazione emozionale, per senso di appartenenza, senza il quale le soluzioni tecniche falliscono, magari arrivano col tempo a diventare spirito civico. Alternative non ce ne sono. La figuraccia che abbiamo fatto in Campania è drammatica, ci vorranno decenni per cancellarla. Ma dopo questo disastro abbiamo l’opportunità, in tempi brevi, di risolvere il problema e magari levarci anche i paccheri dalla faccia». FULVIO SCARLATA IL mattino Lunedì21 gennaio 2008 |